ParmaDaily intervista Paolo Scita per l'associazione di volontariato Amici del Togo di Fidenza: "La nostra attività per i villaggi africani". Immigrazione e delinquenza: legami e luoghi comuni.

intervista
Intervista pubblicata su ParmaDaily il 07/05/2008

Può presentarci le finalità della vostra associazione?
La nostra associazione è nata a Fidenza nel 1996 con l’intento di portare aiuti umanitari e sostegno scolastico alle popolazioni di alcuni villaggi del Togo.
La nostra prima attività è consistita nella raccolta e nell’invio di materiali di prima necessità e scolastici. Successivamente abbiamo individuato l’importanza di realizzare interventi specifici nel campo dell’educazione, senz’altro una delle urgenze più sentite in Togo.
Dall’estate del 1999 inviamo in Togo integrazioni economiche allo stipendio di sei insegnanti: inoltre finanziamo acquisti di materiale didattico e opere di manutenzione delle scuole di Blitta e Pagalà.
Dal 2002 abbiamo istituito delle borse di studio in grado di consentire il pagamento delle spese scolastiche mensili da parte di bambini particolarmente bisognosi: fino ad ora circa 60 alunni usufruiscono di questo aiuto e sono in grado di far fronte alle spese per il mantenimento del diritto all’istruzione scolastica.
Recentemente abbiamo iniziato una collaborazione con l’orfanotrofio di Notsé, inviando disinfettante, latte in polvere e medicinali.
Cerchiamo di far conoscere i problemi di un continente vicino ma quanto mai dimenticato, richiamando l’attenzione e il confronto sui nostri progetti attraverso varie attività di sensibilizzazione.
Per garantire le nostre finalità manteniamo i contatti con alcuni sacerdoti di Pagalà e con loro discutiamo lo svolgimento dei progetti presenti e futuri.

Perchè avete scelto di dedicarvi specificatamente al Togo?
Tutto è nato dall'amicizia che ci ha legati a don Polycarpe Bayamna, un sacerdote togolese che ha compiuto i propri studi negli anni '90 presso il seminario di Fidenza.
La tragica morte di don Polycarpe nel 2004, a causa di un incidente stradale, è stata un duro colpo per gli amici e per tutta l'associazione. Però le iniziative non si sono fermate, e abbiamo individuato nuovi referenti in loco per portare avanti i progetti intrapresi ed in particolare per il completamento della nuova scuola di Pagalà, inaugurata l’8 febbraio 2006 ed intitolata alla memoria di don Polycarpe che ne è stato il primo fautore.
Lo scambio si è particolarmente arricchito negli ultimi anni quando abbiamo ricevuto la visita di don Maurice Kekemsa (nostro attuale referente) e, in diverse occasioni, alcuni membri e amici della Associazione si sono recati a loro volta in Togo.

Operativamente quali attività svolgete?
In concreto, le nostre attività consistono nella raccolta di fondi e borse di studio, realizzata in gran parte attraverso iniziative di sensibilizzazione che regolarmente mettiamo in atto a Fidenza e dintorni: nei giorni precedenti il Natale, la festività dei Santi e durante alcune feste parrocchiali o di quartiere allestiamo bancarelle di fiori e di artigianato.
Fra le ultime iniziative ricordiamo la realizzazione del CD musicale “Dopo il tramonto l’aurora” (12 brani inediti di Fausto Negri), insieme alla pubblicazione dei Vangeli in dialetto fidentino (tradotti magistralmente da Claretta Ferrarini); i proventi sono stati destinati alla realizzazione della nuova scuola del villaggio di Pagalà, con aule per 650 bambini.
Per farci conoscere sul territorio portiamo avanti anche attività culturali quali incontri con scuole e altre associazioni, cartelloni, resoconti, cene benefiche, viaggi in Togo…
Nel futuro della nostra associazione rimane prioritario il proseguimento dei progetti in corso, in particolare ci impegneremo per raccogliere nuove borse di studio, promuovere progetti sanitari a Sokodé e Notsé, dotare di arredi la scuola di Pagalà.

Immigrazione e sicurezza: quale il legame e quali i luoghi comuni?
Noi operiamo direttamente sul territorio africano, aiutando le persone nella propria realtà locale, per questo non ci occupiamo dei problemi legati a sicurezza e immigrazione qui in Italia.
Sicuramente in seguito alle esperienze che abbiamo raccolto nei viaggi e negli scambi, possiamo comprendere quanto la spinta migratoria dall'Africa sia irrefrenabile, stanti le condizioni di guerra, miseria e mancanza assoluta di prospettive, che possono spingere facilmente persone mosse dalla disperazione verso viaggi che a noi sembrano senza senso.
Proprio per questo pensiamo siano fondamentali i progetti di cooperazione ed educazione che danno risorse e strumenti alle comunità locali per crescere e creare condizioni di vita dignitose.
Purtroppo nel sentire comune immigrato e delinquente spesso sono sinonimo, senza distinzione tra il problema delle persone che delinquono e quello delle politiche per l'accoglienza in generale.
Sulla mancanza di sicurezza generata dalla immigrazione, ci sembra anche che il tema venga superficialmente esasperato dai media. Evidentemente la giusta prospettiva per governare l'immigrazione con i problemi che ne seguono è quella politica, nel senso più alto del termine.
Però tanti attori sociali e associazioni possono svolgere la loro parte, promuovendo più incisivamente un concetto non solo poliziesco di sicurezza, dove è sicura ad esempio quella comunità nella quale ogni individuo si sente attivamente partecipe e ha una rete di relazioni e di servizi che lo accompagna e lo protegge per tutto l’arco dell’esistenza.
Insomma, capire che solidarietà può essere sinonimo di vera sicurezza.

Crede che Parma sia una città solidale?
Certamente il nostro territorio è solidale, e sulla solidarietà - anche internazionale - esiste una tradizione molto consolidata.
Volendo notare le criticità, osserviamo che spesso i problemi nascono paradossalmente dalla eccessiva polverizzazione delle iniziative, che spesso si sovrappongono o quantomeno mancano di coordinamento.
Spetta a noi associazioni, con l'aiuto delle istituzioni locali che ci credono, cercare di ricapitolare mille iniziative in attività coerenti, avendo sempre ben presenti le finalità ultime per superare visioni a volte al limite del campanilismo...
Riccardo Zammarchi

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