Dal 1967 il Togo è governato dal Presidente Eyadéma, padre-padrone del   paese, capace di mantenersi al potere attraverso l’instaurazione di un regime autocratico, anti-democratico e repressivo.

  • 5 febbraio 2005: muore il presidente Gnassingbè Eyadéma . Le Forze Armate Togolesi sospendono la Costituzione, chiudono le frontiere e giurano fedeltà al nuovo Faure Eyadéma, figlio di Gnassingbé, proclamato nuovo presidente con una procedura incostituzionale.

  • Le reazioni della comunità internazionale e di gran parte del paese inducono Faure a dimettersi. Vengono indette nuove elezioni :  Faure èil candidato del sistema di potere, legato alla Francia.

  • L’opposizione  indica quale candidato alla presidenza Bob Akitani, braccio destro di quel Gilchrist Olympio, figlio del primo presidente del Togo (ucciso da Eyadéma nel 1963), che è il leader in cui molti togolesi ripongono le speranze di cambiamento .

  • Alla vigilia del voto le comunità togolesi europee chiedono la sospensione delle consultazioni per la mancanza delle condizioni di sicurezza e regolarità.

  • 24 aprile 2005: si svolgono le elezioni.  Faure Eyadèma vince ufficialmente con oltre il 60% dei consensi; fonti togolesi non ufficiali stimano le preferenze ottenute da Faure al 15%. La popolazione ritiene che il voto sia stato falsato. Si verificano tensioni e scontri in vari quartieri della capitale Lomé: si fronteggiano le forze di polizia e gruppi dell’opposizione che chiedono l’annullamento del voto.

  • 3 maggio 2005: la Corte Costituzionale conferma la vittoria di Faure. Seguono altri scontri fra la polizia e i civili che protestano.

  • Il Parlamento Europeo, con una risoluzione, chiede alle autorità togolesi di convocare una conferenza nazionale, con la partecipazione dei partiti di opposizione e dei rappresentanti della società civile, al fine di trovare una soluzione alla crisi e di prevedere nuove elezioni presidenziali e legislative democratiche, libere, eque e trasparenti, sotto il controllo internazionale .

Oggi si contano circa 800 vittime della repressione della polizia e dei gruppi paramilitari e 31000 rifugiati in Benin e Ghana.
 

(a cura di Serena Menozzi)